associazione culturale in Perugia dal 1986
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Ex convento di Rubbiano, sullo sfondo il Monte Tezio
Il monte Pacciano è in realtà poco più di una collina, ma è anche, da sempre, la riserva d’acqua della città di Perugia. Ben lo sapevano i nostri antichi, che nel sorgere della repubblica perugina, quando il Comune cominciava la sua ascesa di potenza regionale, per prima cosa pensarono all’acqua pubblica, e la andarono a prendere appunto a Monte Pacciano, dove sapevano che pullulavano fonti e sorgenti. Qui Boninsegna da Venezia, sotto la direzione di Fra Bevignate, costruì l’acquedotto che dal Conservone vecchio portava l’acqua alla Fonte di Piazza, realizzando, per la prima volta nell’Europa cristiana, il miracolo di “mandare l’acqua in salita”.
Conservone vecchio di Monte Pacciano: gli sfiatatoi
Ma segni del potere comunale sono anche le torri e i castelli che sorgono tutt’intorno al monte Pacciano, segnato a sud dalla torre di San Marino, a nord da quella di Valbiancara, a est dal castello di Montenero e a ovest, già sul monte Tezio, dal Castel Procoio.
E infine il Monte Pacciano è anche luogo di campi, macchie e boschi, che si alternano nel paesaggio con grande armonia, costruita dal lavoro secolare dell’uomo. Un ruolo particolare hanno avuto i due conventi, quello femminile di S. Croce e quello maschile di Rubbiano.
Ma la particolarità della nostra escursione è di andare a ricercare nel cuore del monte i suoni, gli odori, le tattilità. Noi siamo oggi abituati a privilegiare la vista, che effettivamente è un senso meraviglioso; ma in questa escursione cercheremo anche di esplorare i piaceri degli altri sensi, e per questo dovremo isolare (per brevi tratti) la vista e tentare di camminare guidati dall’udito, dall’odorato, dal tatto…
Un elemento importante del nostro tentativo sarà il silenzio. In un mondo assediato dalla comunicazione e dal rumore, si pensa che il silenzio sia assenza di comunicazione: in realtà il silenzio è il vero contenitore della comunicazione; è nel silenzio che ci sentiamo meglio, in tutti i sensi: ci sentiamo tra noi, e stiamo meglio con noi stessi.
Dunque, per alcuni tratti cammineremo in silenzio; ma soprattutto, all’inizio dell’escursione dovremo spegnere i nostri telefoni (o metterli in modalità aereo), cercando di vincere l’ansia e di sentirci a pieno nella situazione.
Il Condotto delle vene
Dal Conservone nuovo si risale il condotto delle vene, per piegare poi verso la casa “l’Usurèa” e di qui, attraverso una folta macchia, fino al panoramico podere Rubbiano (antico convento) e alla torre di Valbiancara, oggi agriturismo e ristorante di alto livello. Da Valbiancara si può salire al castelliere pre-romano di Monte Civitelle, con vista alle doline e all’inghiottitoio. Si torna poi, per macchie e sentieri campestri, fino alla chiesa e tenuta di Rabatta (anch’essa oggi agriturismo di alto livello). Ripassando dall’Usurèa, ci inoltriamo nella conca originaria del Condotto delle vene, e da qui al Conservone vecchio.
Durante il percorso, sono previsti momenti di attività di scoperta sensoriale, con giochi ed esperienze di avvicinamento all’ambiente attraversato.
La Torre di Valbiancara e la chiesa di San Lorenzo della Rabatta
Abbigliamento: Obbligatori gli scarponcini alla caviglia, indumenti per la pioggia, con possibilità di tratti fangosi.
Portare un fazzoletto, un foulard, o un indumento che possa servire a bendarsi gli occhi.
Per tutta la durata dell’escursione, è necessario spegnere i telefoni o tenerli in modalità aereo.
nessuna
Un eventuale annullamento per numero insufficiente di partecipanti, maltempo o qualsiasi altra causa verrà comunicato in tempo utile per email a tutti i soci, che sono pregati di controllare la loro posta elettronica, oppure di consultare il sito di Naturavventura. In mancanza di comunicazioni l’iniziativa si svolgerà come da presente programma.
L’iniziativa è riservata ai soci in regola con il pagamento della quota associativa dell’anno in corso.