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Mercoledì 01 maggio 2024 UMBRIA Quadri dell'Umbria pagana. Il culto delle acque nella Valle Spoletana

associazione culturale in Perugia dal 1986
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Mercoledì 01 maggio 2024

UMBRIA

Quadri dell'Umbria pagana. Il culto delle acque nella Valle Spoletana

Mulino di Pissignano

La pianura nota come Valle Spoletana o Valle Umbra è un vasto territorio poco frequentato dalla nostra associazione, salvo la visita ai centri storici delle città d’arte più famose. Eppure anche questo, al pari di altri territori della nostra regione, è ricco di testimonianze artistiche (borghi, castelli, torri e chiese medievali; siti archeologici; edicole sacre; torri colombaie).

Si tratta, inoltre, di un territorio particolarmente fertile: famoso, un tempo, per la coltivazione della canapa (da qui la presenza delle numerose torri colombaie), oliveti, vigneti (trebbiano spoletino), ortaggi di eccellenza (sedano nero di Trevi, cipolla di Cannara), tabacchicoltura; fertilità dovuta anche grazie alla presenza di grande quantità di acque, con i numerosi torrenti, canali, fiumi e risorgenze.

L’acqua.

Il migliore dei beni è l’acqua” (Pindaro, Olimp. I, 1). L’acqua furia della natura, l’acqua grande distesa e confine del mondo, l’acqua cheta, l’acqua ferma e stagnante, l’acqua delle paludi, l’acqua zampillante dalle rocce, l’acqua fresca dei pozzi, l’acqua che può togliere la vita, che può darla o renderla migliore, ancora l’acqua che, se manca, uccide; tutto ciò era ben chiaro nell’antichità e nella preistoria e non è un caso che proprio a questo elemento l’uomo abbia sempre attribuito un valore altissimo e sacro. Uno dei sette sapienti, Talete di Mileto, indicò nell’acqua il principio di ogni cosa: fecondata dalle piogge del cielo, aveva generato la prole degli esseri umani e di tutte le creature viventi al mondo. (Michele Dall’Aglio, I culti delle acque nell’Italia antica).

Nullus enim fons non sacer” (Servio, Ad Aen. VII, 84). Fin dalla Preistoria e poi con le popolazioni italiche e infine con i Romani il culto delle acque era di grande importanza (si pensi ai versi di Orazio e di Giovenale riguardanti le offerte sacrificali alle sorgenti delle loro ville, ecc.).

“L’acqua è quindi percepita come elemento sacro, legato alla vita, alla morte, alla rinascita; inoltre, in quanto capace di rigenerare, diventa sostanza magica e medicinale per eccellenza: accanto a quelli fecondati vi troviamo poteri di guarigione e di purificazione”. (Barbara Cresimanno, Ninfe ed acque in Sicilia. Una relazione sacra, in Dialoghi Mediterranei, 1 marzo 2017).

 

Fonti del Clitunno

Un atteggiamento decisamente diverso si avrà con l’avvento delle religioni monoteiste, anche se spesso con comportamenti contrastanti tra loro. ‘I cristiani non devono offrire voti agli alberi né pregare le fonti' (San Cesario di Arles, Sermoni). Alcuni luoghi di culto pagani saranno distrutti, altri abbandonati e per altri ancora si avrà una continuità di culto attraverso la sostituzione delle antiche divinità pagane con le nuove, cristiane.

“L’uomo ha smesso di venerare le acque e i loro poteri curativi e vitali? Assolutamente no. Cambiano le religioni e le modalità, ma in fondo le radici, per quanto siano in profondità, restano le stesse, o meglio, i gesti della religiosità e dei culti sono sempre gli stessi. In un mondo cristiano, come il nostro, l’acqua ha assunto un ruolo primario di importanza. Quando entriamo in una chiesa, la prima cosa che incontriamo, appena varcata la soglia, è un recipiente per l’acqua: l’acquasantiera. L’ingresso stesso dell’individuo, all’interno della comunità cristiana, avviene attraverso l’acqua del battesimo”. (Michele Dall’Aglio).

Come non ricordare, a questo punto, le parole di san Francesco: “Laudato si’, mi Signore, per sor’acqua, la quale è molto utile et hùmele et pretiosa et casta”.

D’altra parte, lui stesso, di passaggio per Trevi, era solito utilizzare la sacra acqua di Santa Maria di Pietrarossa per curare i malati ospitati nel vicino lebbrosario di San Tommaso.

Affreschi devozionali nel portico della Chiesa di S. Maria di Pietrarossa

 

La chiesa di Santa Maria di Pietrarossa, ricchissima di affreschi opera dei maggiori pittori della cosiddetta Scuola di Spoleto, e di leggende popolari, sarà una delle mete del nostro ‘viaggio’, insieme alle famosissime ma sempre interessanti Fonti del Clitunno con il Tempio longobardo. Per concludere, raggiungeremo il lago Aiso, nei pressi di Bevagna, anch’esso ricco di fascino, di magia e di leggende ‘terrificanti’.

PROGRAMMA

- partenza ore 8.00 da Perugia parcheggio Centova; ore 8.15 da Ponte San Giovanni, Piazza del Mercato;

- ore 9.00 appuntamento direttamente davanti all'ingresso del parco delle Fonti del Clitunno (parcheggio sulla destra); visita delle Fonti del Clitunno (euro 2,00);

- ore 9.40 passeggiata lungo le sponde del fiume Clitunno abitato da aironi cinerini, per arrivare al vecchio mulino di Pissignano (km 1,5); visita del Mulino e del Tempietto del Clitunno (solo esterno); prosecuzione della passeggiata lungo il Clitunno fino alla località Chiesa Tonda (km 1,5). Al termine, recupero di alcune auto per consentire ai partecipanti di arrivare con i propri mezzi alla chiesa di Santa Maria di Pietrarossa.

- ore 11.30-14.00 visita alla chiesa di Santa Maria di Pietrarossa e sosta canora con pausa pranzo.

- ore 14.00-15.00 spostamento in auto in località Casco dell'Acqua, passeggiata lungo le sponde del fiume Clitunno, recanti testimonianze di un'antica via d'acqua dove vecchie imbarcazioni in disuso fanno da sfondo a una popolazione di animali selvatici. La strada campestre ci condurrà fino al piccolo borgo ancora fiancheggiato da antiche vigne 'maritate' di Trebbiano spoletino.

- ore 15.00-15.30 in auto partenza per la possente Torre di Montefalco, di origine medievale, posta su uno strategico crocevia di corsi d’acqua e per raggiungere il lago Aiso.

- ore 15.30-16.30 arrivo all' “incantevole” lago Aiso; intrattenimento musicale della fisarmonica di Giacomo accompagnata dalla magia di un antico strumento musicale elettronico “suonato” da Laura; al termine, un piccolo spuntino per concludere la giornata.

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Lago Aiso

Difficoltà: T - turistica: passeggiate in pianura con dislivelli praticamente inesistenti, per un totale di 5 km ca.

Ritrovo e partenza:  ore 8.00 da Perugia - parcheggio Centova; ore 8.15 da Ponte San Giovanni, Piazza del Mercato; ore 9.00: direttamente davanti all'ingresso del parco delle Fonti del Clitunno (parcheggio sulla destra)
Mezzo di trasporto:  auto proprie
Rientro a Perugia:  ore 18.30 ca
Percorso in pullman/macchina:  Perugia - Campello sul Clitunno
Organizzatori:  Carlo Arconi  Marina Gismondi  
Interesse:   Artistico, antropologico, paesaggistico e musicale
Massimo numero di partecipanti:  40
Pranzo:  al sacco
Indicazioni utili

Abbigliamento: scarpe comode, bottiglietta d’acqua, indumenti adatti per una giornata di piena primavera in pianura (circa 200 metri sul livello del mare), con possibilità di tratti fangosi

Quota di partecipazione individuale

- costo del carburante da dividere fra i membri di ciascun equipaggio

- Ingresso Fonti del Clitunno: Euro 2,00

- contributo concerto e spuntino: Euro 15.00 - 20.00 a seconda del numero di partecipanti

In caso di maltempo l'escursione verrà ugualmente effettuata eliminando, se necessario, le passeggiate a piedi; i due momenti dello spettacolo musicale e il pranzo si svolgeranno  al coperto.

Un eventuale annullamento per numero insufficiente di partecipanti, maltempo o qualsiasi altra causa verrà comunicato in tempo utile per email a tutti i soci, che sono pregati di controllare la loro posta elettronica, oppure di consultare il sito di Naturavventura. In mancanza di comunicazioni l’iniziativa si svolgerà come da presente programma.

L’iniziativa è riservata ai soci in regola con il pagamento della quota associativa dell’anno in corso.