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Domenica 12, Lunedì 13 - Martedì 14 e Mercoledì 15 Agosto 2001 APPENNINI FERRAGOSTO NEL PARCO REGIONALE DEL SIRENTE

associazione culturale in Perugia dal 1986
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Domenica 12, Lunedì 13 - Martedì 14 e Mercoledì 15 Agosto 2001

APPENNINI

FERRAGOSTO NEL PARCO REGIONALE DEL SIRENTE

La proposta di quest’anno intende far conoscere gli aspetti naturali e culturali di un parco ancora poco conosciuto, ma tra i più belli dell’Appennino. Pareti mozzafiato, ma pure centri storici abbarbicati alla montagna. Boschi interminabili e quindi gli stupefacenti affreschi medioevali nelle chiese campestri o i resti di antiche città. Lupi, aquile ed orsi accanto alle comunità dell’uomo, da queste parti non meno a rischio di estinzione. Parco di prim’ordine, il Sirente-Velino è una gigantesca vetrina dell’Appennino più autentico.

Domenica 12 agosto. Partenza da Perugia – Piazzale del Bove alle ore 7 con mezzi propri per Terni, Marmore, Borgorose, Avezzano, S.S. 5bis (Vestina-Sirentina) per Ovindoli.

Itinerario a piedi: lungo la S.S. 5bis, oltrepassato il paese di San Potito Nuovo, si raggiunge una fabbrica di asfalto in abbandono, dove si parcheggia. Si prende una sterrata in piano e si giunge ai ruderi del castello di San Potito Vecchio (mt. 1181), da dove è possibile ammirare lo "scivolo" che il Rio di San Potito ha creato, con le sue cascate, nel fianco della montagna. Da qui si inizia a salire per tracce di sentiero a sinistra del Rio, fino ad affacciarsi su una selletta sul versante opposto a quello di salita (mt. 1322). Poiché la salita, con un dislivello di 150 metri è comunque molto impegnativa e può creare difficoltà a persone non allenate o che soffrono di vertigini, è possibile, in alternativa, proseguire in auto sino ad Ovindoli a da qui ragiungere la selletta, ricongiungendosi con gli altri. Si prosegue in piano per zone prative, raggiungendo la strada che costeggia la pineta di Ovindoli (mt. 1413). Poco dopo inizia il sentiero che sale al pizzo di Ovindoli (mt.1574) dalla cui vetta, un panorama a 360° consente di spaziare sull’altopiano delle Rocche e su tutte le cime circostanti. Dal pizzo si ritorna al punto in cui è iniziata l’ultima salita e da qui al paese. Pranzo al sacco. Dislivello totale in salita 400 metri, in discesa 175 metri.

Visitata Ovindoli e recuperate le auto, si arriva ad Avezzano, dopo aver visitato le rovine della città romana di Alba Fucens.

Lunedì 13 agosto. Da Ovindoli (mt. 1414) si imbocca la carrareccia che porta alla Valle d’Arano e che sale a mezzacosta al Valico del Prato del Popolo (mt. 1607). Si sale ancora fino alla Fonte Caperno (mt. 1848) da dove si lascia la sterrata e si prende a destra per un sentiero segnato o per via non obbligata, che sale sul lungo e monotono pendio, in un paesaggio lunare, fino ad arrivare alla vetta del Sirente (mt. 2348). Qui, l’affaccio sul versante nord-orientale della montagna è impressionante; più di 1200 metri di dislivello; dai vertiginosi Balzi del Sirente, una serie continua di canaloni, gole e scondescimenti precipita sulle faggete sottostanti e rende il panorama selvaggio ed indimenticabile. Anche l’orizzonte è grandioso, dato che è possibile abbracciare con lo sguardo una vastissima parte dell’Appennino abruzzese, il Massiccio del Gran Sasso, quello della Maiella, il gruppo del Velino e quasi tutte le catene minori, sia quelle verso il Molise, sia quelle del Parco Nazionale d’Abruzzo. Ben visibili, inoltre, il bacino del Fucino, verso la Val Roveto e la Ciociaria, i Monti Simbruini e gli Ernici. Per il ritorno si segue la lunga cresta su pendio ripido che, aggirando le numerose elevazioni secondarie, arriva ai Balzi del Sirente ed al Colle di Mandra Murata. Dopo una serie di doline, il sentiero piega sulla sinistra, con magnifica vista sulla piana di Ovindoli e sul Monte Magnola, raggiungendo il paese di Rovere. Dislivello di 1.000 metri. Il percorso, pur non presentando particolari difficoltà, è indicato per persone allenate.

In alternativa è prevista una bella e tranquilla passeggiata di 5 ore circa nella faggeta ai piedi dello stesso Monte Sirente. L’itinerario, che non presenta alcuna difficoltà, inizia da Rovere. Si segue la pista che costeggia il fosso ai piedi del paese e si prosegue al limitare della faggeta con bella vista sull’altopiano delle Rocche e su Rocca di Mezzo, fino ad imboccare un sentiero che si inoltra nel bosco. Il percorso è sempre evidente e arriva, con dolce pendenza, alla Valle dell’Anatella, dominata dal rilievo del Colle di Mandra Murata. Si prosegue su un'ampia pista che costeggia un recinto faunistico; quindi la pista entra in una faggeta pura, a copertura totale; l’ambiente è monto suggestivo, grazie anche alla presenza di alcuni maestosi faggi pluricentenari. Il percorso arriva ai Prati del Sirente, altopiano posto ai piedi delle balze dolomitiche dello stesso Sirente; a sinistra, il bacino carsico del Lago. Il ritorno è per la stessa via.

Martedì 14 agosto. Il percorso, che parte da Terranera, si snoda in un paesaggio agricolo degradato, tra incolti arborati, piccole aree a pascolo, qualche albero da frutta; il cammino è agevole, ma all’inizio non molto panoramico. Le prime costruzioni che si incontrano sono le Pagliare di Fagnano. Le "pagliare" sono gruppi di edifici utilizzati d’estate per immagazzinare i foraggi, ma in realtà si trattava di veri e propri "alpeggi" nei quali, privi di acqua e luce, vivevano in estate molti abitanti dei paesi della valle dell’Aterno, bassa e soffocata dalla calura. L’insediamento di Fagnano, parzialmente riconquistato dalla vegetazione, è senza dubbio quello meno interessante. Si prosegue per la sterrata e si arriva alle Pagliare di Fontecchio. Il panorama si fa via via più piacevole, poiché le costruzione prospettano sulle balze dolomitiche del Sirente, la cui linea di cresta chiude l’orizzonte a destra, sopra le Pagliare di Tione, che si raggiungono passando attraverso la Valle Ovacchia. Da queste ultime, certamente le più interessanti, si raggiunge l’area pascoliva delle Piane di Iano e, attraverso i boschi della Val Cardona si arriva ai Prati del Sirente, dove termina la passeggiata. Recuperate le auto, sarà possibile visitare i paesi più interessanti della zona come Secinaro, Gagliano Aterno, Castelvecchio Subequo, Castel di Ieri.

Mercoledì 15 agosto. Gole di Celano. Il percorso inizia dalla Valle d’Arano, nei pressi di Ovindoli. Da qui parte il sentiero che in leggera salita arriva su un colle; superato il rilievo si raggiunge in piano una radura panoramica con splendida vista sulle Gole di Celano. Il sentiero diventa molto ripido e scende verso il canyon, arrivando sul letto del Torrente Foce. Si attraversa il torrente con una breve deviazione a sinistra, per arrivare alla suggestiva Fonte degli Innamorati. Ritornati sul sentiero principale, si giunge in breve al tratto più suggestivo delle Gole. Il canyon è incassato tra le strapiombanti pareti rocciose del Monte Etra a sinistra e della Serra dei Curti a destra. Poco oltre il torrente entra nel suo letto sotteraneo, sparendo tra grossi massi; le pareti si stringono sino ad arrivare a pochi metri l’una dall’altra, mentre la loro altezza è di circa 100 metri. Successivamente le alte pareti (Monte della Defensa e Serra di Celano) si allargano, permettendo l’ingresso di lembi di vegetazione arborea. Quindi si incontra un’altra strettoia rocciosa, dopo la quale le Gole si allargano. Si arriva infine ad una sterrata che porta a Celano. Visitata la città ed il suo splendido castello ed ormai sulla via del ritorno, una breve deviazione a Rosciolo, ci permetterà di visitare la minuscola chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta, incastonata tra pascoli e faggete alle falde del Monte Velino. Sopra le sue mura, che custodiscono straordinari dipinti del trecento, volteggiano spesso i grifoni, introdotti da qualche anno dalla Forestale.

Difficoltà: adatto a tutti, richiesto un minimo di allenamento (rari pezzi a rischio vertigini sono evitabili)

Interesse: paesaggistico – naturalistico e storico

Abbigliamento: scarponcini e k-way obbligatori; crema da sole molto consigliata

Costo: £. 250.000 comprensivo dei 3 pernotti, 3 cene e 3 colazioni (esclusi i pranzi al sacco a cura dei partecipanti e il costo carburante diviso fra gli equipaggi di ogni autovettura). Minimo 30 partecipanti.

L’escursione è riservata ai soci in regola con il pagamento della quota associativa per l’anno 2001

Organizzatori:  Claudio Castellini  Carlo Arconi