associazione culturale in Perugia dal 1986
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da mercoledì 22 a domenica 26 agosto 2012

PARCO NAZIONALE DELL'APPENNINO

Frammenti di wilderness

Il Parco in 12 tappe e frammenti di wilderness.

Con la proposta di quest' anno siamo al quarto appuntamento biennale con il Parco Nazionale dell' Appennino. Siamo ormai giunti nel cuore del territorio con i percorsi e le località più famosi e, forse, anche i più belli; anche per questo abbiamo pensato di proporre un programma più ampio dei precedenti: cinque giorni, anziché i soliti due o tre giorni. Un altro motivo è il maggiore interesse non solo escursionistico e paesaggistico che offre questo territorio, ma anche naturalistico, ricco non solo di flora ma anche e soprattutto di fauna (presenza di camosci, lupi, orsi, ecc.).

Si è pensato inoltre di effettuare la gita utilizzando mezzi propri, considerando la durata del soggiorno, la non eccessiva distanza da Perugia, il risparmio economico che ciò comporta e l' esperienza positiva dei molti ferragosti organizzati in passato.Al momento della partenza da Pian di Massiano, verranno fornite indicazioni più precise riguardo al percorso fino a Pescasseroli e sulle soste.

A coloro che intendono effettuare l' escursione del primo giorno si consiglia di preparare per tempo lo zaino, il pranzo al sacco e la scorta d' acqua, in modo da evitare perdite di tempo quando arriveremo in albergo per scaricare i bagagli.

PROGRAMMA

Mercoledì 22 agosto 2012

Partenza da Perugia- Pian di Massiano con mezzi propri ore 7.

Percorso in auto:   Perugia, Terni, Borgorose, Avezzano, Pescasseroli.

Escursione: Forca d' Acero – Valle Inguagnera - Valico Inguagnera.

Raggiunta Pescasseroli e dopo una breve sosta in albergo, si prosegue in auto fino al rifugio di Forca d' Acero, si prosegue ancora fino a scendere al primo tornante di quota 1458 slm, dove inizia, sulla sinistra, il percorso P3. Per comodo sentiero quasi pianeggiante si costeggia il fianco meridionale del monte Panico con bel panorama sul monte Serra Traversa ad ovest, sulla valle Forca d' Acero, la città di San Donato Val di Comino, la piana di Sora ed il massiccio del monte Cairo a sud.

Si prosegue in un fitto bosco di faggi, per trovarsi in breve di fronte alla brulla e desolata Valle Inguagnera (m. 1522) infossata tra il monte San Nicola a sinistra, in monte San Marcello a destra

e la Serra delle Gravare di fronte.

Si risale la valle fino al Pozzo Inguagnera (m. 1660) ed al Valico Inguagnera (m. 1804) per poi tornare indietro lungo lo stesso percorso e, recuperate le auto, raggiungere Pescasseroli.

Difficoltà: nessuna. Dislivello m. 480 per circa 5 ore di cammino.

Giovedì 23 agosto 2012

Escursione: Opi – Val Fondillo – Valico Passaggio dell' Orso.

In auto si percorre la S.S. 83 Marsicana, fino a raggiungere al km 51,300 il bivio (sulla destra) per la Val Fondillo. Percorsi circa 200 metri si arriva ad un ampio parcheggio a pagamento ed alla ex segheria di Opi, ora in ristrutturazione da parte dell' Ente Parco (m. 1084 slm).

L' itinerario a piedi, uno dei più frequentati del Parco, (contrassegnato con F2) è per gran parte del percorso una bellissima passeggiata, accessibile a tutti, che nel primo tratto si svolge su comoda sterrata con modesta pendenza e tra ampi pascoli. Accanto scorre il torrente Fondillo, a sinistra si

erge lo scosceso monte Amaro di Opi, di fronte, a chiudere la valle si delineano il monte San Nicola

e la lunga e frastagliata dorsale della Serra delle Gravare, mentre alle nostre spalle domina l' imponente monte Marsicano.

Dopo circa 20 minuti di cammino si raggiunge un ponticello in legno sul torrente, nei cui paraggi si trova la Grotta Fondillo e da dove inizia il percorso F1 per il monte Amaro. Proseguendo sempre lungo la sterrata, la valle a poco a poco si restringe e la vegetazione arborea (faggi e conifere) comincia a farsi sempre più fitta.

Dopo un' ora di cammino si raggiunge una radura inclinata dove sorge un piccolo rifugio in stato di abbandono. Subito dopo si giunge ad un bivio con un fontanile, “Sorgente Acquasfranatara” (m.1201), da dove inizia a destra l' itinerario F5 per i valichi Inguagnera e Serra delle Gravare. La strada sterrata prosegue sulla sinistra, prendendo quota con decisione nel bosco; il fondo della strada peggiora, mentre la vegetazione, sempre più fitta, lascia appena intravedere sulla sinistra le creste della Camosciara.

Percorsi circa 40 minuti dal fontanile si raggiunge la deviazione per la Grotta delle Fate (m. 1500).

Per un sentiero si scende in breve al torrente, ne si risale il letto per circa 20 metri e si raggiunge la piccola e suggestiva Grotta delle Fate, di forma quasi circolare (profonda 7-8 metri e alta poco più di un metro), che ospita quasi per intero un laghetto alimentato da una sorgente sotterranea che dà vita al torrente Fondillo.

Tornati alla sterrata, questa sale a svolte nel bosco; quando questa curva nettamente a destra, l' itinerario prosegue invece dritto per una traccia di sentiero in mezzo alla faggeta. Questo tratto finale sale con andamento deciso e costante: qui è necessaria una maggiore attenzione ai segnavia (bianchi e rossi), non troppo evidenti.

Quando il sentiero diviene meno ripido, si sbuca sull' ampia valletta pianeggiante del Valico Passaggio dell' Orso (m. 1672). Per motivi logistici il rientro si svolge lungo lo stesso itinerario dell' andata.

Difficoltà: nessuna in particolare. Dislivello di m. 590 per circa 5 ore e mezza di cammino.

Venerdì 24 agosto 2012

Escursione: Val di Rose – Passo Cavuto – Forca Resuni – Valle Jannanghera – Civitella Alfedena.

E' uno dei sentieri più frequentati e classici del Parco e di tutte le montagne abruzzesi: alla bellezza della faggeta aggiunge infatti la possibilità di osservare e camosci della Val di Rose, che si lasciano osservare e fotografare facilmente. Proprio a causa dell' afflusso di escursionisti, la vigilanza è giustamente severa: è assolutamente vietato allontanarsi dal sentiero, o salire verso la vetta dello Sterpi d'Alto.

Nel periodo compreso tra il 15 luglio ed il 5 settembre il percorso è regolamentato e accessibile solamente ad un numero limitato di visitatori, accompagnati da una guida del Parco, con un costo di 15 euro a persona e partenza da Civitella Alfedena alle ore 7 precise.

Dal paese (m. 1107) si affronta il ripido sentiero che inizia con alcuni gradini in pietra e prosegue su un tracciato sassoso e piuttosto scomodo. Questo primo tratto è costituito infatti dall' antica mulattiera che collegava i terreni terrazzati posti appena al di sopra del paese. Non a caso dunque lungo il cammino si incontrano di frequente muretti a secco e mucchi di pietra, residui del lavoro di bonifica dei terreni. Mancando la manutenzione, assicurata un tempo dai contadini, il sentiero è ora invaso da pietrame di ogni genere, ma tale inconveniente è fortunatamente limitato ai primi metri del percorso.

Superati i primi 100 metri di dislivello il sentiero che sale lungo il costone della montagna, entra in una zona aperta ed offre un primo scorcio sui tetti di Civitella Alfedena e sul sottostante lago di Barrea. Al di là del lago si erge l' imponente bastione del monte Greco. Quindi si attraversano praterie punteggiate da cespugli di rosa canina che danno il nome alla valle.

Continuando a salire lo sguardo si apre sulla sottostante valle del Sangro, nella quale sono ormai completamente visibili il lago di Barrea ed i paesi di Barrea, Villetta Barrea e Civitella Alfedena. I tratti nel bosco si fanno più frequenti, finché non si entra definitivamente nella faggeta che avvolge il monte Sterpi d' Alto.

A quota 1600 circa si costeggia sulla destra una radura più ampia, nella quale sono ben visibili due stazzi di pastori ormai ridotti a rudere. Sulla sinistra appaiono in tutta la loro imponenza i ripidi pendii del monte Boccanera. Sullo sfondo, proprio di fronte, appare evidente il Valico di Passo Cavuto. Dopo circa 1 ora e 30 dalla partenza si costeggia un grande masso, accanto al quale gli antichi pastori hanno realizzato un muretto a secco e un riparo per ospitare le greggi. Da questo punto il sentiero prende quota con decisione grazie a numerosi tornanti, superando i circa 200 m.

di dislivello sino al Passo Cavuto in 30 minuti circa. Dal passo si gode di una vista grandiosa sul cuore del Parco: da nord, procedendo in senso orario, sono infatti visibili la mole del monte Marsicano, lo Sterpi d' Alto, la Serra di Rocca Chiarano e il monte Greco, il lago di Barrea, il monte

Boccanera, il monte Petroso e tutta la dorsale sino al monte La Meta, il Balzo della Chiesa e, in basso, il cuore della Camosciara.

Da Passo Cavuto il sentiero perde quota (circa 30 metri) e compie un ampio semicerchio sulla sinistra (direzione sud) attraverso una conca di probabile origine glaciale delimitata a destra dalle balze della Camosciara e a sinistra dall' alta val Iannanghera, traversando a mezza costa i pendii del monte Capraro. In 20 minuti circa si raggiunge una costa rocciosa, che si supera piegando a destra e raggiungendo così in qualche minuto il rifugio di Forca Resuni (m. 1952), posto sulla sella che unisce il monte Petroso al monte Capraro, in un punto estremamente panoramico.(Tratto da A. Bardi, A. e F. Petretti, Escursioni. Parco Nazionale d' Abruzzo. Itinerari Fuoriporta, Cierre Edizioni, 2001).

Per il ritorno si segue il sentiero a tornanti che scende nell' alta Valle Jannanghera. Alla fine del tratto ripido (m. 1700 circa), da una radura dominata dalle rocce del Petroso, si imbocca la vecchia mulattiera di fondovalle, che conduce, traversate diverse radure, alla Sorgente Jannanghera (m. 1305). Subito dopo, si devia a sinistra per un sentiero a mezza costa, che aggira un larghissimo costone e, giunto all'altezza delle case di Civitella Alfedena, scende ripido al paese.

Difficoltà: nessuna in particolare, ma il dislivello di circa 900 metri richiede un buon allenamento.

Tempo di percorrenza: circa di 6 ore di cammino.

Sabato 25 agosto 2012

Escursione: Monte La Meta. Dal Piano di Campitelli al Passo Monaci e la Val Pagana.

Raggiunta in auto la periferia di Alfedena, all' incirca all' altezza del cartello di “benvenuti a Alfedena” e alla villa Tina, dopo circa 300 metri si imbocca una strada asfaltata sulla destra dove vi sono due cartelli pubblicitari per passeggiate a cavallo. La strada, alquanto sconnessa, sale al Piano di Campitelli, dopo aver incrociato a destra il bivio per il lago della Montagna Spaccata. Giunti al Pianoro di Campitelli (m.1445) si parcheggia e si imbocca la sterrata dove è la tabella dell' accesso L del Parco. Raggiunta una croce, la si lascia sulla sinistra, proseguendo dritti. Dopo circa 50 metri il sentiero si divide: a destra iniziano gli itinerari L2 e L3 mentre a destra inizia il nostro sentiero contrassegnato con L1. Scavalcato un crinale, si scende a mezza costa sul fondo di un vallone boscoso. Dapprima lentamente, poi sempre più ripido, il tracciato segue la pista che ben presto si trasforma in sentiero. Dopo circa un' ora di cammino, si esce dalla faggeta, non lontano dalla Sorgente dei Tartari e dal rifugio La Vedetta (m. 1626). Dopo altri 20 minuti si giunge al margine dell' ampio pianoro dei Biscurri, accanto ai resti di un fortino abbandonato (m. 1712) che ospitava in passato una guarnigione militare posta a controllo del transito diretto al passo e per vigilare sulle bande di briganti frequenti nella zona, data la vicinanza con lo Stato Pontificio. Questo valico è sempre stato uno dei più frequentati dell' Appennino, consentendo il passaggio tra versante laziale e abruzzese anche a convogli muniti di cavalcature. Il suo nome, Passo dei Monaci, dovrebbe infatti derivare dalla sua funzione di collegamento tra le abbazie di Montecassino e di San Vincenzo al Volturno.

Sullo sfondo è il bel versante est, roccioso e imponente, de La Meta, più a destra il monte Tartaro e un' antica morena, residuo del ghiacciaio che in epoche remote occupava il pianoro dei Biscurri.

Si prosegue per il sentiero che attraversa il pianoro, alla base della piccola ma ripida costiera che lo chiude a sinistra. Giunti ormai ai piedi delle rocce de La Meta, il sentiero piega a sinistra, scavalca una sella (m. 1960) che si apre nella cresta tra il monte Miele e La Meta e attraversa un ghiaione che scende da La Meta. Questo tratto, lungo circa 30 metri, in condizioni atmosferiche normali non presenta alcuna difficoltà, ma in caso di pioggia o di forte vento può diventare insidioso. Dopo altri 20 minuti si giunge al Passo dei Monaci (m. 1967), quasi esattamente a confine tra Lazio, Abruzzo

e Molise, marcato da un grande masso.

Per il rientro si scende direttamente sul fondo della Valle Pagana. Traversata un' ampia conca di pascoli e grossi massi, si entra in una bella faggeta che il sentiero percorre fino ad una recinzione a protezione delle opere di presa idraulica della sorgente delle Forme, raggiungendo poi il bel pianoro delle Forme (m. 1350). Si segue una traccia di sentiero che risale a mezza costa a sinistra fino ad un dosso boscoso che separa le Forme da Campitelli. Si incrocia una sterrata che in breve scende al Pianoro di Campitelli.

Difficoltà: nessuna, solo prestare attenzione nell' attraversamento del ghiaione prima del Passo dei Monaci. Dislivello m. 600.

Tempo di percorrenza: circa 5 ore.

Domenica 26 agosto 2012

Dopo un' eventuale breve escursione al lago Vivo (circa 3 ore di cammino e 480 metri di dislivello)

da decidere al momento, e cioè nel caso in cui non siano possibili le visite guidate all' abbazia di S.

Vincenzo al Volturno ed alla chiesa della Madonna delle Grazie, l' ultimo giorno sarà dedicato alla conoscenza della valle del Volturno in territorio molisano. In particolare visiteremo l' area archeologica dell' abbazia di San Vincenzo al Volturno, una delle più importanti abbazie europee tra l' VIII ed il IX secolo, con straordinari affreschi, notevoli sia da un punto di vista storico che, soprattutto, artistico; la chiesa rupestre della Madonna delle Grazie, nei dintorni di Rocchetta Nuova, con interessanti affreschi del XII-XIV secolo; il castello ed il borgo di Cerro al Volturno ed infine la città di Venafro di cui visiteremo la cattedrale, il castello Pandone e l' interessante museo archeologico che ospita la mostra “Splendori dal Medioevo. L' abbazia di S. Vincenzo al Volturno ai tempi di Carlo Magno”, dove sono esposti per la prima volta gli straordinari reperti dall' ottavo all' undicesimo secolo, periodo di massimo splendore dell' abbazia.

Nel tardo pomeriggio partenza per Perugia, percorrendo l' autostrada del Sole da S. Vittore ad Orte e quindi la E45.

Interesse: paesaggistico, naturalistico, archeologico e storico.

Difficoltà: le escursioni, pur non presentando particolari difficoltà, presuppongono un buon allenamento su percorsi

di montagna. Da tenere presente che si tratta di quattro escursioni consecutive, anche se -escludendo quella del

venerdì- non particolarmente impegnative.

Abbigliamento: tutto quello che è necessario in montagna, anche se in estate. Giacca a vento, mantella antipioggia, scarponi da trekking, ricambio obbligatori.

La quota di partecipazione individuale è di euro 205,00 con un minimo di 25 persone, euro 215,00 con un minimo

di 20 iscritti. In caso di non raggiungimento di 20 iscritti la quota potrebbe subire un aumento.

La quota comprende:

sistemazione in albergo ctg 3 stelle, recentemente rinnovato, a 1500 metri dal centro di Pescasseroli;

trattamento di mezza pensione (4 giorni) in albergo, bevande incluse (½ acqua minerale; ¼ vino della casa;

assicurazione medica/bagaglio.

La quota non comprende:

tutti i pranzi;

ingressi a musei, mostre e aree archeologiche dove è previsto un biglietto di ingresso;

il costo del carburante da dividersi fra i componenti di ogni equipaggio;

assicurazione per annullamento GT viaggio;

spese extra in genere;

quanto non incluso alla voce “la quota comprende”.

Organizzatori:  Claudio Castellini  Carlo Arconi