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Domenica 03 novembre 2024

LE VIE DELL'ACQUA

Monte Aguzzo e Abbazia di Santa Croce di Sassovivo

 

Abbazia di Santa Croce di Sassovivo con sullo sfondo il Monte Aguzzo

 

La vetta del monte Aguzzo è uno dei punti panoramici più spettacolari della città di Foligno. Con i suoi fianchi lineari e ripidi domina la frazione di Casale dall’alto e apre una finestra su Foligno che non ha eguali nel comprensorio. La cresta sommitale si divide in due punte, una che si affaccia sulla vallata di Foligno e la seconda sul versante di Scopoli.

Lecceta di Sassovivo

Percorrendo il Sentiero degli Ulivi si entra nella Lecceta di Sassovivo, ricompresa all’interno di una delle Zone Speciali di Conservazione della rete Natura 2000 dell’Umbria (SIC Sito di Interesse Comunitario). Localizzata tra i monti Serrone e Aguzzo, la lecceta interessa gran parte della Valle del Fosso Renaro nei pressi dell’Abbazia di Sassovivo, un complesso calcareo con pendici molto acclivi e boscose. La morfologia del territorio, che si sviluppa su due versanti, uno esposto a nord e l’altro a sud, determina la formazione di un gradiente termico assai accentuato. Il versante esposto a sud, con temperature più alte, è contraddistinto dalla presenza di una lecceta, perlopiù mista con caducifoglie, tra le meglio conservate e più rappresentative dell’Umbria. Nell’area presso l’Abbazia il bosco è governato ad alto fusto con esemplari di leccio ultrasecolari. Lì si conservano anche bellissimi uliveti: la zona, del resto, è parte integrante della Fascia Olivata Assisi-Spoleto, patrimonio mondiale agricolo dalla FAO. Gli animali presenti nel bosco sono, tra i mammiferi, il grande istrice, lo scoiattolo comune, il lupo, il gatto selvatico, la piccola donnola, la faina, il tasso la volpe rossa, la lepre comune, il riccio comune e il cinghiale. Numerose sono le specie di uccelli e insetti.

Fonti di Sassovivo

Il Parco delle Fonti di Sassovivo è inserito in uno scenario naturalistico mozzafiato. Il Sito, localizzato tra i Monti Serrone e Aguzzo, ha una superficie di circa 639 ha ed interessa gran parte della Valle del Fosso Renaro nei pressi della maestosa Abbazia di Santa Croce. Si tratta di un complesso calcareo con pendici molto acclivi, solcato da corsi d’acqua stagionali che confluiscono nel Fosso Renaro. La morfologia è tale che un versante è esposto a nord e l’altro a sud, cosicché esiste un gradiente termico piuttosto accentuato.

La concessione mineraria per l’utilizzo della sorgente di Sassovivo risale al 1927, ma l’acqua veniva già prelevata dagli abitanti delle zone limitrofe da tempi immemorabili. Infatti, già dal 1800, le fonti erano popolate da uomini e donne con brocche tenute in equilibrio sulla testa, con grandi cesti di bottiglie e grandi botti che venivano caricate su muli per fare incetta di acqua per uso domestico.

Nel 1927 una targa sulla sorgente segna l’inizio ufficiale dell’utilizzazione delle acque. In data 28 maggio 1928 il Dott. Alfredo Massenzi e i tre figli, Gabriele Francesco e Evelino, chiedono e poco dopo ottengono la concessione perpetua della sorgente sita in località Sassovivo di Foligno.

Abbazia di Santa Croce di Sassovivo

L'Abbazia di Sassovivo si trova a pochi chilometri da Foligno, in direzione Camerino; imponente alla vista, arroccata alle pendici del Monte Aguzzo, la sua mole di pietre calcaree si staglia sul cupo bosco di lecci che ricopre le pendici dei monti circostanti. È una delle più antiche testimonianze della presenza benedettina nella Valle Spoletina. Il complesso abbaziale è racchiuso in una cinta muraria e si sviluppa intorno a due cortili (chiostri) determinati dalle costruzioni che nel tempo sono state realizzate. Il primo dei chiostri è situato a monte ed è delimitato dalla chiesa, da due dormitori e dall'edificio che ospita la cucina; l'altro è collocato a valle, a forma di rettangolo allungato, circoscritto dalla residenza dell'abate ed dai locali detti dell'Infermeria. Il chiostro a monte è rarissimo esempio di architettura e scultura romanica (1229). A pianta rettangolare, è costituito da un cortile circondato da un delicatissimo portico composto da 128 colonnine binate, lisce o spiraliformi, con capitelli a giglio, sorreggenti 58 archi a tutto sesto che poggiano su un muretto. Al di sopra degli archi vi è una bella trabeazione classica con marmi colorati e due cornici in mosaico. Sulle pareti del chiostro vi sono tracce di intonaco dipinto che fanno presupporre lo sviluppo di una decorazione su tutta la superficie delle stesse. In particolare nel braccio nord è possibile ammirare una lunetta affrescata raffigurante l'immagine della Vergine in trono col bambino in braccio (1280).
Al centro del cortile è situata una vera di pozzo del 1623 sormontata da una delicata struttura in metallo, posta in loco dopo il restauro della cisterna (1340).
Dal chiostro si può accedere al Monastero ed al grande refettorio con la parete di fondo decorata con un affresco datato 1595, rappresentante l'Ultima Cena.
La prima struttura dell'abbazia venne realizzata nel 1082 ad opera dell'eremita Mainardo, partendo da un edificio situato all'interno di un recinto fortificato incompleto. Agli inizi del 1200, l'abate Niccolò fece ampliare la chiesa e realizzò un dormitorio sul lato sud-est, ridefinendo lo spazio per la costruzione del primo chiostro, realizzato dal maestro romano Pietro de Maria. 

Chiostro dell'Abbazia di Santa Croce di Sassovivo

Dal 1229 al 1232 venne realizzato il chiostro e nel 1314, l'abate Filippo XXIV fece sopraelevare l'ala est di questo, lungo la parete destra della chiesa, occludendo le finestre che illuminavano quest'ultima.
La comunità monastica, organizzò un centro di studi ed uno scriptorium e grazie a donazioni da parte dei conti di Foligno e di privati, acquisì un  vastissimo patrimonio: all'inizio del 1200, dipendevano da Sassovivo 92 monasteri, 41 chiese e 7 ospedali. Grandissima fu la sua influenza sociale ed economica sul territorio, compresa  un'attività assistenziale della comunità religiosa. All'inizio del Quattrocento, cominciò per l'Abbazia un periodo di declino. Quando nel 1467 il Papa Paolo II stabilì la commenda dell'abbazia, il patrimonio era già in parte smembrato; nonostante l'annessione dei monaci Benedettini Olivetani, in breve tempo tutto il patrimonio andò disperso. Nel 1814 l'abbazia fu soppressa e nel 1834 i monaci furono costretti a cedere ai vescovi di Foligno i diritti sul complesso, gravemente danneggiato dal sisma del 1832; nel 1860 gli immobili passarono al demanio, alla mensa vescovile e ad un privato.
Nel 1979, si insediarono i "Piccoli Fratelli e le Piccole Sorelle" della Comunità Jesus Caritas. Della struttura originaria, purtroppo, rimangono solo le mura perimetrali, le sostruzioni a valle che sorreggono i locali del monastero e lo splendido chiostro romanico.

A fine escursione visiteremo l’Abbazia e l’eremo del Beato Alano accompagnati dalla professoressa Nadia Togni dell’Università di Ginevra, poi concluderemo la giornata in allegria con una merenda in Abbazia.

Ritrovo e partenza:  Perugia parcheggio Centova ore 8,00; Ponte San Giovanni davanti ai Carabinieri ore 8,15
Mezzo di trasporto:  mezzi propri
Rientro a Perugia:  ore 17,30 ca
Percorso in pullman/macchina:  Perugia, Foligno, Sassovivo
Organizzatori:  Claudio Tiriduzzi  Annett Hoepel  Cesare Discepoli  

 

 

 

Descrizione itinerario a piedi

Descrizione itinerario

Si tratta di un percorso ad anello con partenza ed arrivo dall’Abbazia di S. Croce di Sassovivo, si passa per le sorgenti di Sassovivo per arrivare poi alla pineta di Cancelli e da qui alla cima del Monte Aguzzo. Nella discesa si costeggia la frazione di Casale per poi ritornare all’Abbazia.

Dall’Abbazia si scende al fosso Renaro per circa 700 metri lineari attraverso il sentiero degli ulivi n.319, da qui si risale allo stabilimento di imbottigliamento dell’acqua di Sassovivo per circa 1 km (sentiero 373A). Dalle sorgenti si sale una sterrata fino al bivio con il sentiero 373B che si imbocca per una ripida salita che percorre i tralicci Enel, attraversato il fosso il sentiero prosegue in salita fino ad incontrare il sentiero 373 che collega Scandolaro a Cancelli attraversando una pineta (circa 3,5 km). Si prosegue sul sentiero 373 fino alla sella del Monte Aguzzo e da qui prendendo il sentiero 373B si arriva alla cima del Monte Aguzzo per poi scendere nei pressi di Casale (3km). Attraversata la strada asfaltata si prende il sentiero 370 che riconduce dapprima all’eremo del Beato Alano e subito dopo all’Abbazia (4,8km). Visita dell'Eremo del Beato Alano e dell'Abbazia, seguita da una merenda.

Difficoltà:  E - escursionistico
Lunghezza percorso:  ca 13 km
Dislivelli:  ca 550 m in salita e in discesa
Ore di cammino escluse le soste:  ca 5 ore
Interesse:  Paesaggistico, naturalistico, storico-artistico
Pranzo:  Al sacco; è prevista una merenda alle ore 16,00 in Abbazia
Indicazioni utili

Abbigliamento: obbligatori scarponi alti alla caviglia, abbigliamento adatto alla stagione, consigliati i bastoncini, ricambio da lasciare in macchina.

Quota di partecipazione individuale

Il costo del carburante da dividere fra i membri di ogni equipaggio, euro 5,00 a persona per la merenda.

Un eventuale annullamento per numero insufficiente di partecipanti, maltempo o qualsiasi altra causa verrà comunicato in tempo utile per email a tutti i soci, che sono pregati di controllare la loro posta elettronica, oppure di consultare il sito di Naturavventura. In mancanza di comunicazioni l’iniziativa si svolgerà come da presente programma.

L’iniziativa è riservata ai soci in regola con il pagamento della quota associativa dell’anno in corso.