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Domenica 06 novembre 2022

UMBRIA

Un giro di viti

 

 

Alla riscoperta degli antichi vitigni autoctoni: il Trebbiano Spoletino

Il Trebbiano Spoletino, nonostante sia un vitigno antico, è stato riscoperto solo una ventina di anni fa, sulla scia del rinnovato interesse verso le varietà autoctone della nostra penisola. Lo Spoletino (qualcuno preferisce chiamarlo brevemente così in quanto il termine Trebbiano potrebbe essere fuorviante) è localizzato in una zona ristretta tra i comuni di Spoleto, Trevi e Montefalco.

È un’uva dalla storia antica, che ci riporta ad un passato contadino, ancestrale, di consumo domestico. Un’uva che parla di “campo”, non di vigneto, perché le terre storiche del Trebbiano Spoletino sono quelle in cui è sempre stato coltivato maritato con alberi di sostegno (olmi, aceri). L’alberata aveva il vantaggio di tenere l’uva al riparo dalle insidie degli animali, delle nebbie mattutine e dall’umidità del terreno. Era un sistema d’allevamento arcaico della vite, figlio di un’agricoltura in cui convivevano in promiscuità più coltivazioni, per sfruttare anche il terreno sottostante alla vite.

È un’uva che va contro tutti i dettami dell’enologia moderna e che sulla carta dovrebbe dare vini terribili: si arrampica fino a due metri, produce decine di chili per pianta, ha grappoli lunghi mezzo metro… Eppure…

Eppure siamo qui a parlarne e a tesserne le lodi, presentandolo come uno dei vitigni bianchi più intriganti del panorama enologico attuale. A parte i contadini che lo facevano in casa e qualche scarsa cantina, tutti gli attuali produttori hanno iniziato a fare Trebbiano Spoletino recentemente; e solo da pochissimi anni ne hanno acquisito maggior confidenza e consapevolezza delle sue potenzialità. La forza del Trebbiano Spoletino è, come per altri grandi vitigni, la sua grande versatilità.

Ma, per ora basta, ci siamo già dilungati troppo; non ci resta che attendere -a escursione terminata- di gustarlo presso una delle cantine che lo producono.

 

Ritrovo e partenza:  Causa Fiera dei Morti c'è un unico punto di ritrovo e partenza: ore 9.00 Piazza del Mercato a Ponte San Giovanni. Non è prevista la sosta per la colazione; quindi partire equipaggiati con pranzo al sacco ed acqua
Mezzo di trasporto:  AUTO PROPRIE
Rientro a Perugia:  entro le ore 18,00
Percorso in pullman/macchina:  Perugia, E45 fino all’uscita di Ripabianca, strada del Puglia, Bastardo, strada provinciale 451 della Bruna, svoltare a destra per Colle del Marchese, dove si parcheggia.
Organizzatori:  Ivano Busti  Carlo Arconi  Marina Gismondi  
Descrizione itinerario a piedi

Per conoscere il nostro vitigno non si poteva partire che dal territorio di Castel Ritaldi; sembra infatti che le colline tra i torrenti Rovicciano e Tattarena fossero l’ultimo lembo dove veniva coltivato.

La passeggiata/escursione si svolge su un territorio poco conosciuto, ma comunque ricco di interessi archeologici, artistici, paesaggistici e, naturalmente, eno-gastronomici. Il percorso inizia da Colle del Marchese, piccolo borgo nel comune di Castel Ritaldi, posto alle falde dei monti Martani con un’interessante chiesetta romanica (Madonna della Stelletta), sulle cui mura esterne sono collocati alcuni frammenti scultorei del IX secolo.

In direzione nord raggiungeremo la chiesa campestre di Santa Maria della Selva Mattutina (conosciuta anche come chiesa della Madonna della Selvetta). Il nome della località ci indica che un tempo la zona era ricoperta da un folto bosco sacro: nel 1876, a poche centinaia di metri da qui, nella chiesetta di San Quirico, l’archeologo spoletino Giuseppe Sordini individuò uno dei due cippi romani sui quali era riportata l’iscrizione nota come Lex luci spoletina. Proseguiremo poi in mezzo all’ampia vallata pianeggiante e totalmente coltivata formata dal torrente Attone, affluente del Puglia.

Dopo pranzo raggiungeremo il borgo di Casale, frazione di Montefalco; qui il paesaggio cambia completamente, in quanto attraverseremo un territorio collinare e coltivato soprattutto a vigneto. E qui si trovano alcune delle aziende vitivinicole più importanti del comprensorio di Montefalco.

Termineremo l’escursione in una di queste aziende: la cantina Le Cimate dove, dopo una visita alla struttura e ai vigneti, potremo finalmente approfondire l’argomento con una degustazione a base di salumi tipici, formaggio e bruschette.

 

Difficoltà:  T- turistico
Lunghezza percorso:  ca 11 km
Dislivelli:  120 m in salita; 250 m in discesa
Ore di cammino escluse le soste:  ca 4,00
Interesse:  Naturalistico, paesaggistico ed enogastronomico
Massimo numero di partecipanti:  40
Pranzo:  al sacco; al termine dell’escursione, intorno alle ore 15,30, è prevista una degustazione presso la cantina Le Cimate al costo di Euro 15.,
Indicazioni utili

Abbigliamento: obbligatori scarponi da trekking (il percorso si snoda quasi esclusivamente su strade sterrate; solo tre brevi tratti sono su asfalto ed uno su campo arato, con rischio di trovare del fango in caso di piogge recenti); abbigliamento da media stagione in territorio collinare elevato tra i 350 e i 460 metri di altitudine. Ricambio da lasciare in auto.

Quota di partecipazione individuale

Il costo del carburante da dividere fra i membri di ogni equipaggio; Euro 15 per la degustazione.

Un eventuale annullamento per numero insufficiente di partecipanti, maltempo o qualsiasi altra causa verrà comunicato in tempo utile per email a tutti i soci, che sono pregati di controllare la loro posta elettronica, oppure di consultare il sito di Naturavventura. In mancanza di comunicazioni l’iniziativa si svolgerà come da presente programma.

L’iniziativa è riservata ai soci in regola con il pagamento della quota associativa dell’anno in corso.