Versione stampabile

Da sabato 29 a domenica 30 giugno 2019 LE VIE D'ACQUA La Costa degli Etruschi

associazione culturale in Perugia dal 1986
Casella Postale n° 73 - 06132 San Sisto (PG) email: post@naturavventura.it – www.naturavventura.it

Da sabato 29 a domenica 30 giugno 2019

LE VIE D'ACQUA

La Costa degli Etruschi

MAREMMA - Il mare e la montagna,  La marina e i boschi

Ritrovo al parcheggio caserma carabinieri a Ponte S. Giovanni alle ore 7,15, partenza con pullman riservato per il parcheggio Borgonovo lato Centova , alle ore 7,30 circa partenza con destinazione Marina di Cecina, arrivo dopo circa 3 ore e mezzo di viaggio ( soste escluse ) .

PROGRAMMA

SABATO 29 GIUGNO:  La maremma etrusca: la costa da Marina di Cecina a Castiglioncello.

Siamo in Maremma. Dante  ne individuava i confini tra Cecina (Livorno) e Tarquinia (Viterbo), già conosciuta come Corneto:

«Non han sì aspri sterpi né sì folti
quelle fiere selvagge che 'n odio hanno
tra Cecina e Corneto i luoghi cólti.»

(Inferno,  Canto XIIIvv. 7-9)

Ci muoviamo in un tratto di costa che non ha subito la cementificazione selvaggia, camminando sul litorale, tra l’ampia spiaggia e le dune su cui si affacciano pinete e boschi di tamerici, in un territorio integro, dal cuore antico, forte e generoso, che ancora conserva tracce delle genti etrusche e romane, e delle generazioni successive di pescatori, pastori, minatori e mandriani che l’hanno abitato e reso prospero, lottando contro condizioni difficili di vita per la presenza di paludi malariche. A partire dal XIV secolo, infatti, la presenza dell'uomo in questa regione dovrà sempre più fare i conti con la malaria e la povertà, tratti salienti con cui sarà nota per molti secoli “la maremma”, che di fatto finiranno soltanto con l'avvento delle pompe idrauliche a motore, a cavallo della seconda guerra mondiale, con le bonifiche avviate dal regime fascista e concluse con una poderosa opera dell'Ente Maremma a metà degli anni '50 del secolo scorso. Ancora oggi, questa terra ci mostra quasi tutta la sua natura di terra aspra, dai forti contrasti, dai colori particolarmente affascinanti.

Percorso a piedi :

Il nostro cammino inizia dal porto di Marina di Cecina, procederemo sulla spiaggia e a tratti entrando nel tombolo, attraversato per tutta la sua lunghezza da un ampio sentiero interno, con alle spalle il golfo di Baratti e il promontorio di Piombino, e all’orizzonte l’isola d’Elba. Superato il porto di Vada, che in epoca etrusca e poi romana serviva la città di Volterra, ci avviciniamo a spiagge dalla caratteristica colorazione bianco-rosacea, conseguenza di anni di lavorazione e degli scarichi di carbonato di calcio da parte di un impianto del gruppo Solvay, situato a Rosignano Solvay, a circa un chilometro dalla costa, per cui in un tratto corrispondente di mare è vietata la balneazione.

La sodiera belga, insediatasi nel primo decennio del novecento, appartiene al genere di industrie filantropiche, che tra la fine dell’800 e i primi anni del ‘900 costruivano tutto intorno all’area industriale, un villaggio operaio per le maestranze a cui davano il proprio nome: case per i lavoratori (operai, reclutati tra gli abitanti dei piccoli paesi sparsi sull’Appenino, che si spostavano con tutta la famiglia, tecnici e ingegneri), asilo nido, scuola, teatro, ancora oggi tutti edifici in funzione, e spesso promuovendo la nascita di istituzioni socio-culturali per migliorare il livello d’istruzione dei dipendenti: ne è esempio il Teatro Solway che, negli anni Venti, ospitava ( e ospita tuttora) una Università popolare, ancora oggi vivace protagonista della cultura cittadina, e preziosa memoria storica del territorio e delle sue trasformazioni.

Pranzo al sacco a cura di ogni partecipante.

Superato Rosignano Solway, con all’orizzonte le isole di Capraia e Gorgona, la spiaggia, dopo una bella pineta, si restringe per le alte pareti rocciose che incontra e che si affacciano sull’arcipelago di Castiglioncello, celebrato a metà 800 dai Macchiaioli, che qui trovavano ad accoglierli ospiti generosi ed entusiasti, come il critico d’arte Diego Martelli, e ameni luoghi d’incontro e di progettazione per la loro attività artistica.  Molti dei cosiddetti ‘rivoluzionari della macchia’ che, intorno alla metà dell’800 si riunivano a Firenze, al caffé Michelangelo, trovarono qui, infatti, un luogo ideale per i loro studi sulla luce, e un contatto diretto con la natura.

Giovanni Fattori, I bianchi buoi

che favoriva la loro ricerca di un tipo di rappresentazione della realtà volta a sottolineare gli aspetti quotidiani ed autentici della vita, in opposizione alla retorica accademica ed enfatica della pittura di genere. Qui fondarono un vivace cenacolo artistico Giovanni Fattori, Giuseppe Abbati, Telemaco Signorini, Federico Zandomeneghi, Raffaello Sernesi e quel Giovanni Boldini che, prima di volare a Parigi a trionfare nei salons e diventare il ritrattista indiscusso e contesissimo delle nobildonne della Belle Epoque, veniva qui a dipingere panorami marini e scene di pascoli, di mandrie e di butteri maremmani.

Giuseppe Abbati, Bimbi a Castiglioncello

Negli anni Cinquanta del ‘900, a seguito dello straordinario boom della moda delle vacanze al mare, che interessò tutta la Versilia, anche Castiglioncello ne risentì fino a diventare luogo di villeggiatura preferito da scrittori, attori di teatro e dai maggiori esponenti della cinematografia italiana del dopoguerra, da Fellini a Visconti, Monicelli, Risi, Mastroianni, Sordi, Gasman, che si riunivano presso il Cinema locale e che qui in molti trovarono casa.

Durante la giornata e poi al termine del percorso ci si fermerà per fare il bagno.

Spostamento in pullman a Vada, a Villa Graziani, un agriturismo davvero particolare, costituito da una struttura principale, la Villa nobiliare, e due edifici più piccoli, all’interno di un grande parco alberato. L’originale ottocentesca Fattoria il Pino, restaurata dagli eredi con un recupero totale di arredi e complementi d'epoca, ci ospiterà nelle sue camere affrescate, integrate con tutti i comfort dell'ospitalità di charme.

 

Organizzatori:  Michela Vermicelli  Fabrizio Pottini