Rime dal Cilento - Giampiero Zurli

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La Certosa c'attendeva ma di frati niente più, 
li francesi birboncelli  avran portato via anche quelli?
A marina tutto pesce a sazietà 
con dovizia e gentilezza vien servito in quantità.
C'è chi marca stretto che Furino in confronto è n'principiante 
e c'è chi fa solo il villeggiante.
La mattina la luce di Scario ci dà il via all'inventario :
scale, rampe, ciottoli e c'è pure l'Accattoli.
C'è chi  alla torre saracena già promette ke s'arena 
detto e fatto, ce vedemo al postale, il dado è tratto.
Si la vacca nun se scanza,  
il prode Renzo vacilla ma avanza, 
alla minaccia di  cottura a foco lento 
la cornuta  cambia tosto l'andatura, presa dallo sgomento.
Il passaggio si fa ardito  ma a Ciolandrea il pranzo si consuma col pane irrevenchito.
A San Giovanni  a Piro il gruppo si ricompatta  
e la prima giornata è cosa fatta.
Dopo cena damo i numeri e le cartelle
la Franci estrae, Ares dichiara ....
ma il 51 duelle ???
Il giorno doppo il Fausto illude : "nite, nite è tutta piana"
te sarà parso ! 
brontola il gruppo in fila indiana.
Oddio la Novella è cascata
tosto l'em rialzata, 
ma il sangue ....che impressione,  
curre  Franco, cuce! mi riccomanno con precisione!
Eccoci a san Silvestro (quil del gatto)
tra 'na  nota e 'na delizia la sera scorre in gran letizia.
Il  tempo è tiranno, okkio a 'n perde il trenino
che il prossimo arpassa n'antranno.
Tra i volteggi e le piroette
le ore si fan strette, 
dopo lo spumante ed i botti 
gimo a letto che sen cotti!
Oggi lasciamo il Cilento 
e ringraziamo  Renzo e Fausto 
per avercelo fatto conoscere a  passo lento.
Buoni passi da Gian Piero.

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